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È aperta fino al 10 novembre 2019 la mostra temporanea ‘Auf der Kippe. Eine Konfliktgeschichte des Tabaks’ dedicata al tabacco e al fumare, nel Volkskunstmuseum, il museo di arte popolare, di Innsbruck.
Il tema, a prima vista, non è dei più affascinanti.
Raccontare di essere andati a vedere una mostra sul tabacco, non è propriamente argomento da sfoderare per darsi un tono da intellettuale. Di fatto, la connotazione negativa che è legata a questa pratica sociale oggi, ci fa istintivamente valutare il tema come non particolarmente interessante. E invece….

Che un musicista e…. la sua chitarra fumino, non ha mai sconvolto nessuno! In mostra al Volkskunstmuseum di Innsbruck, Vinile 'Money and Cigarettes' e chitarra di Eric Clapton, Foto © Laura Manfredi

Che un musicista e…. la sua chitarra fumino, non ha mai sconvolto nessuno! In mostra al Volkskunstmuseum di Innsbruck, Vinile ‘Money and Cigarettes’ e chitarra di Eric Clapton, Foto © Laura Manfredi

Il tabacco. Una storia di conflitti

Quantomai esaustivo dell’idea che sta dietro a questa mostra temporanea è il testo che ci intorduce all’esposizione e che mi permetto di riportare qui di seguito.
Peraltro in mostra tutte le didascalie e i testi sono anche in italiano.

“Fumare o non fumare? Una decisione non puramente privata ma sociale, una decisone tra libertà individuale e responsabilità collettiva.
La storia della cultura del fumo è una storia segnata da conflitti.
Già alla fine del XV secolo Bartolomé de Las Casas, monaco domenicano e compagno spirituale di Cristoforo Colombo, lanciava le sue invettive contro il vizio del fumo.
Originario del Sudamerica, il tabacco fu considerato inizialmente un rimedio curativo, ma in breve conquistò l’Europa e poi il mondo intero come genere voluttario. Da allora il consumo del tabacco è diventato una questione controversa, in bilico tra patologie mortali e piacere esotico, tra edonismo e salutismo.
Dagli anni ’80 del fumo si discute quasi esclusivamente l’aspetto sanitario, ignorandone quasi del tutto le implicazioni culturali.
Ci stiamo lasciando alle spalle una secolare pratica culturale della nostra vita pubblicä Il dibattito sul fumo o non fumo e il cambio di paradigma che esso segnala altro non sono che il sintomo di un processo di cambiamento sociale in corso.
La mostra intende passare in rassegna i vari aspetti del fenomeno, scegliendo di volta in volta prospettive diverse, dal piacere del fumo ai danni alla salute, dalla libertà del singolo alla tutela della colletività.”

A destra pubblicità della Camel in cui un medico fa da testimonial alla marca di sigarette. Riflessa nel vetro a sinistra l'opera 'Smoke' di Cosima von Bonin. In mostra al Volkskunstmuseum di Innsbruck, Foto © Laura Manfredi

A destra pubblicità della Camel in cui un medico fa da testimonial alla marca di sigarette. Riflessa nel vetro a sinistra l’opera ‘Smoke’ di Cosima von Bonin. In mostra al Volkskunstmuseum di Innsbruck, Foto © Laura Manfredi

Curiosità sull’arrivo in Europa del tabacco

Per visitare la mostra è quindi necessario mettere da parte l’avversione che si nutre nei confronti del fumo, che, come oggi è risaputo, è una pratica dannosa alla salute.
Se l’interesse a investigare la storia legata a questa pratica secolare (in Europa) l’avrà da padrone, allora saremo nella disposizione d’animo migliore per cogliere gli aspetti interessanti e le curiosità di questo fenomeno sociale.
Per esempio, lo sapevate che inizialmente il tabacco in Europa era apprezzato per le sue supposte proprietà curative contro i dolori di stomaco e le malattie della pelle? Jean Nicot, ambasciatore alla corte portoghese, fu artefice della promozione delle proprietà mediche del fumo in Francia e la nicotina prende il suo nome proprio da lui.
O ancora sapevate che il re inglese Giacomo I Stuart (1566-1625) fu un oppositore del fumo di pipa e decise di imporre il divieto di fumo nelle pubbliche piazze?

Vezzose sigarette per signora, con cartine colorate. In mostra al Volkskunstmuseum di Innsbruck, Foto © Laura Manfredi

Vezzose sigarette per signora, con cartine colorate. In mostra al Volkskunstmuseum di Innsbruck, Foto © Laura Manfredi

Il tabacco e il Tirolo

La stroia del tabacco ha anche un forte legame con il Tirolo, dove si trova la manifattura di Schwaz (a una trentina di chilometri da Innsbruck).
A partire dal 1570 la coltivazione del tabacco fu infatti praticata sul territorio austriaco e, dalla fine del XVI secolo anche nel Trentino Alto Adige. Dal 1662 la distribuzione di tabacchi venne regolata da un monopolio e, se inizialmente erano disponibili nelle farmacie, a partire dal 1630 furono in vendita in apposite rivendite. La produzione in Tirolo era concentrata a Schwaz nel Tirolo del nord (1830) e Sacco in Trentino (1854).

A sinistra Helmut Newton ritrae una sensuale Violetta Sanchez con la sigaretta (1979), a destra scatto della Valie Export (1967-70). In mostra al Volkskunstmuseum di Innsbruck, Foto © Laura Manfredi

Donne e fumo: A sinistra Helmut Newton ritrae una sensuale Violetta Sanchez con la sigaretta (1979), a destra scatto della Valie Export (1967-70). In mostra al Volkskunstmuseum di Innsbruck, Foto © Laura Manfredi

Iconografia del fumare

Mentre nel 1800 era prediletta la figura dell’orientale per rappresentare il tabacco, con chiari accenti esotici ed edonistici, a partire dal 1950 c’è un netto cambiamento iconografico e il cowboy diventa testimone di questa pratica. Fumare è quindi ‘roba’ da duri. Molti sono i personaggi di film, fumetti e cartoni animati (ve lo ricordate Jigen della banda di Lupin III?) che sono stati ritratti con la sigaretta perennemente in bocca. Ma persino il pistolero Lucky Luke, ha dovuto smettere di fumare e dal 1983 viene ritratto con un innocuo filo d’erba in bocca.

Lucky Luke nella sua prima versione, con la sigaretta in bocca. In mostra al Volkskunstmuseum di Innsbruck, Foto © Laura Manfredi

Lucky Luke nella sua prima versione, con la sigaretta in bocca. In mostra al Volkskunstmuseum di Innsbruck, Foto © Laura Manfredi

Lucky Luke dal 1983 ha dovuto smettere di fumare. In mostra al Volkskunstmuseum di Innsbruck, Foto © Laura Manfredi

Lucky Luke dal 1983 ha dovuto smettere di fumare. In mostra al Volkskunstmuseum di Innsbruck, Foto © Laura Manfredi

Il fumo, l’arte e la musica

Sono molti ancora gli aspetti legati al fumo presenti in mostra. Tra opere d’artisti, spezzoni di film e fotografie, si possono cogliere l’infinità di prospettive da cui si può affrontare l’argomento.
La donna che fuma viene vista come trasgressiva e seduttrice, mentre il musicista che fuma è quasi un cliché. Il tempo di una sigaretta è una pausa dal mondo. E i mozziconi sono un fattore inquinante presente praticamente ovunque. I giovani trasformano il vapore delle sigarette elettroniche in vape art, una sorta di giocolerie con il fumo a ritmo di musica. Mentre per il visitatore a cui viene voglia di accendersi una sigaretta è possibile entrare nella cabina allestita nell’esposizione e fumare nel museo.

L'opera 'Posacenere' di Giorgio di Palma ci fa pensare a quanto le sigarette siano diventate presenti nei paesaggi naturali. In mostra al Volkskunstmuseum di Innsbruck, Foto © Laura Manfredi

L’opera ‘Posacenere’ di Giorgio di Palma ci fa pensare a quanto le sigarette siano diventate presenti nei paesaggi naturali. In mostra al Volkskunstmuseum di Innsbruck, Foto © Laura Manfredi

All’uscita della mostra si può prendere posizione e dichiararsi fumatori o non fumatori: un congegno elettronico tiene il conto delle preferenze espresse.
Il titolo di questa mostra è ‘Auf der Kippe’, un’espressione che significa essere in bilico, trovarsi in una situazione precaria. Ma ‘Kippe’ in tedesco indica anche il mozzicone di sigaretta. Un gioco di parole che non poteva essere più riassuntivo della storia conflittuale del fumo.

All'uscita dalla mostra ci si può dichiarare fumatori o non fumatori, Volkskunstmuseum Innsbruck, Foto © Laura Manfredi

All’uscita dalla mostra ci si può dichiarare fumatori o non fumatori, Volkskunstmuseum Innsbruck, Foto © Laura Manfredi

Informazioni utili

Auf der Kippe. Eine Konfliktgeschichte des Tabaks
22 febbraio – 10 novembre 2019
Curatore Günther Moschig

Tiroler Volkskunstmuseum, Universitätstraße 2, Innsbruck

Orari
Aperta dal lunedì alla domenica, dalle 9 alle 17

Biglietti
Intero 11 euro, ridotto 8 euro, Ingresso gratuito fino a 19 anni e con la Innsbruck Card

Al Bookshop del museo è in vendita il catalogo di mostra (in tedesco)

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