
La nostra destinazione di oggi è Badgasse, al numero 2. Lasciamoci alle spalle il Tettuccio d’oro e il viavai di persone e percorriamo per alcuni metri Pfarrgasse, in direzione del Duomo. Il primo vicolo sulla sinistra è Badgasse, molto suggestivo per gli edifici dai massicci muri storici e per la sua tranquillità. Al numero 2 troviamo il Museo civico e l’Archivio civico della città di Innsbruck. Entriamo.
Una mostra dedicata alla città di Innsbruck, residenza di Arciduchi e imperatori
Al piano terra dell’edificio c’è il Museo. Qui è visitabile fino al 21 aprile 2023 l’interessante mostra „Im Aufbruch. Innsbruck wird Residenzstadt“ dedicata a come è cambiata la vita della città a partire dal 1420, anno in cui il Duca Federico IV d’Austria compra due edifici nel centro cittadino e si trasferisce definitivamente a Innsbruck. Da allora la città è diventata residenza di importanti personalità – da arciduchi fino a imperatori – che vi hanno soggiornato e hanno dato una forte impronta all’economia e alla vita del capoluogo tirolese. In mostra ci sono libri, oggetti, atti ufficiali, mappe, che raccontano di questi cambiamenti nella città di Innsbruck.
Lo stretto legame tra museo e archivio è uno dei punti di forza di questa istituzione. Per la mostra in corso, per esempio, moltissimo materiale arriva dall’archivio - che è situato nello stesso edificio - ma ci sono anche prestiti da altre istituzioni.
Uno scorcio della mostra „Im Aufbruch. Innsbruck wird Residenzstadt“ al museo della città di Innsbruck, Foto © Laura Manfredi
L’archivio raccoglie per raccontare la vita delle persone
Ma quali sono i compiti del Museo Cittadino e dell’archivio della città di Innsbruck? Ce lo ha spiegato Lukas Morscher, storico e scrittore, che nel 2023 – per essere precisi il 14 di settembre – festeggia i suoi 25 anni di servizio come responsabile di queste due istituzioni.
„Un archivio cittadino di norma prende in consegna dal Comune i documenti che non sono più utilizzati nella gestione quotidiana. Dall’assessorato allo sport a quello del commercio o a quello per le politiche sociali, per fare un esempio. Questi atti vengono conservati, ordinati e, dopo un determinato periodo di tempo, messi a disposizione di ricercatori e storici.
Questo è solo uno dei nostri compiti. Noi cerchiamo di documentare tutto quello che può raccontare la vita delle persone a Innsbruck. Infatti raccogliamo anche fotografie, poster e locandine, menù, disegni, diari, giornali, lettere, oggetti storici e molto altro ancora.“
Conti per la ristrutturazione dell’Hofburg di Innsbruck (1567, Tiroler Landesarchiv) avvenuta sotto Ferdinando II, nella mostra „Im Aufbruch. Innsbruck wird Residenzstadt“ al museo della città di Innsbruck, Foto © Laura Manfredi
Un lavoro sempre appassionante
Lei dirige queste due istituzioni – l’archivio e il museo – da 25 anni. Qual’è per lei la parte più interessante e affascinante del suo lavoro?
„25 anni fa ho avuto la fortuna che l’allora sindaco Van Staa decidesse di affidare l’archivio cittadino ad un giovane, che ancora non aveva un nome. Non è stato sempre facile e ogni tanto qualcosa è pure andato storto … Bisogna farsene una ragione. Ma nel complesso penso che il bilancio sia positivo.
Non c’è stato un giorno in cui sia tornato a casa dal lavoro senza aver imparato qualcosa di nuovo: professionalmente, umanamente o sotto altri aspetti. E questo è bello. Lo è persino di più adesso che sono „vecchio“ [ndr. Lukas Morscher scrive così, ma ha solo 54 anni], perché quando si ha molta esperienza e si ha vissuto (quasi) tutto, non bisogna più dimostrare niente a nessuno.
Il lavoro è un gioco di squadra. Da soli si può fare poco. In squadra molto. Se un team funziona bene, allora sì che si fanno grandi passi avanti: nuove idee, nuovi progetti, ma anche lo svolgimento del lavoro ordinario. Ci si sente semplicemente bene e penso di non essermi mai divertito tanto come ora a lavorare.“
Vista di Innsbruck di Georg Hoefnagl (1575, Stadtarchiv Innsbruck), nella mostra „Im Aufbruch. Innsbruck wird Residenzstadt“ al museo della città di Innsbruck, Foto © Laura Manfredi
Innsbruck si ricorda …
C’è un progetto dell’archivio e del museo che Le sta particolarmente a cuore?
„Uno dei progetti più importanti – quasi come un figlio – è il sito „Innsbruck erinnert sich“ . Allo scoppio della pandemia di Covid 19 il nostro Niko Hofinger ha avuto l’idea di rendere possibile quantomeno delle passeggiate virtuali durante la quarantena. Da allora ogni giorno vengono pubblicati su questo sito 4 contenuti nuovi al giorno. Questo richiede molto lavoro, ma circa 300.000 accessi al mese e centinaia di commenti dei lettori ripagano dalla fatica.“
Il sito www.innsbruck-erinnert.at pubblica ogni giono quattro nuove contenuti – foto o documenti vari – provenienti dall’archivio della città, Foto © Laura Manfredi
Il sito mostra foto storiche della città provenienti dall’archivio civico. Ciò che trovo molto interessante è l’impostazione. Questa non è un’operazione nostalgica, ma un modo per condividere storie e per raccogliere informazioni dalla collettività. Le immagini vengono pubblicate in diverse rubriche. Una di queste potrebbe essere tradotta con „rebus“ („Rätsel“ in tedesco): qui ci sono fotografie su cui si hanno poche informazioni e si chiede ai lettori di condividere le loro. Così molti di questi rebus vengono effettivamente risolti. Inoltre questa ricchissima banca dati di immagini, documenti e illustrazioni è divisa per tematiche – come ad esempio Vita cittadina, Lavoro e quotidianità, Persone, Edifici … – ed è anche possibile fare una ricerca per parole chiave. Per chi ha un debole per la storia è piacevolissimo perdercisi …
Lukas Morscher mi ha raccontato di molti altri progetti, che bastano e avanzano per scrivere un altro articolo.
Chi saranno questi ragazzi? La loro storia la trovate su „Innsbruck erinnert sich“ (https://innsbruck-erinnert.at/urlaub-einmal-ganz-anders/ )
Che progetti ha per il futuro?
„Beh, di progetti ne ho un mucchio. Molti più del tempo che ho, nella vita privata e in quella lavorativa. Ci sono alcune idee di libri, per i quali non avrò mai il tempo necessario. Diversi progetti di digitalizzazione, alcuni temi a cui vorrei dedicare delle mostre e molto altro ancora. Ma bisogna essere realistici: non si può fare tutto.
Obiettivi realistici sono la chiusura di progetti già in corso e preparare con cura la consegna a chi ricoprirà il mio incarico dopo di me. Non so però quanto ci vorrà. Al momento comunque c’è ancora molto da fare e ne sono contento.
Inoltre un privilegio dell’età è di essere invitato a far parte di giurie e commissioni. Questo mi offre l'opportunità – si spera – di contribuire a cambiamenti. Peraltro mi permette di confrontarmi con altri esperti, cosa da cui si impara sempre molto.“
Il viavai davanti al Tettuccio d’oro in un dipinto di Michael SH del 1765 (Stadtarchiv Innsbruck), nella mostra „Im Aufbruch. Innsbruck wird Residenzstadt“ al museo della città di Innsbruck, Foto © Laura Manfredi
Informazioni utili
Mostra „Im Aufbruch. Innsbruck wird Residenzstadt“
fino al 21 aprile 2023
Stadtarchiv/Stadtmuseum Innsbruck
Badgasse 2, Innsbruck
I testi di mostra sono in tedesco e in inglese.
Orari:
dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17
Biglietti:
Intero 4 euro, ridotto 2,80 euro, gratuito fino ai 6 anni e con la Innsbruck Card.
Sono disponibili biglietti cumulativi per visitare oltre al Museo civico, il Tettuccio d'oro e la Torre civica.
Accesso per disabili:
Herzog-Friedrich-Straße 3, Innsbruck
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Un’artista figurativa di Milano che non si occupa solo di tele e pennelli, ma a cui piace anche scrivere di arte, cultura, musica, design e creatività.
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