Oggetti diversi richiedono condizioni climatiche diverse e, per questo motivo, ci sono diversi depositi. Più che con la temperatura, le condizioni ideali hanno a che fare con l'umidità. Perché, se per un dipinto ci vuole il 50 % di umidità, la percentuale scende fino al 30 % per oggetti di metallo e, in generale, per i reperti archeologici.
Tutto è pensato per il benessere degli oggetti in collezione, che vanno salvaguardati e conservati. Per esempio, se entra in deposito un „nuovo“ oggetto, deve passare del tempo in quarantena e sotto osservazione, non solo per acclimatarsi, ma anche per essere certi che non porti nei depositi degli ospiti indesiderati, come parassiti o spore.
I restauratori che lavorano qui sono specializzati nei diversi materiali; così c'è chi si occupa solo di tessuti e chi di dipinti, chi di carta e chi di reperti archeologici. È sempre molto interessante vederli all'opera ed é affascinante pensare che „lavorano“ su oggetti che possono essere contemporanei o arrivare ad avere diverse migliaia di anni.
Da questo deposito partono inoltre le opere delle collezioni che vengono concesse in prestito ad altri musei in tutto il mondo.
E ancora, per fare un altro esempio, questa volta dalla collezione di botanica, in deposito è conservato il più antico erbario realizzato in Austria. Ippolito Guarinoni, originario di Trento e medico ad Hall in Tirol lo crea tra il 1610 e il 1630, per usarlo nella preparazione di medicinali.